5 novembre

1933
Il capolinea di Ezio Sclavi

E' forse questo il giorno in cui Ezio Sclavi decise che presto si sarebbe tolti i guantoni, e che a difendere la porta della sua squadra ci dovrebbe pensare qualcun altro. La vita è ancora lunga, e cose da fare non gli mancheranno. E' il giorno di Lazio-Ambrosiana, nona di andata, campionato 1933-34. L'ultima stagione di Sclavi nella Lazio. Compagine di metà classifica, forse con altre ambizioni. Allo Stadio del PNF c'è il pienone, i milanesi comandano la classifica, e non per caso. E' una di quelle giornate in cui se il pallone transita dai piedi del Pep Meazza è come un tram alla fermata che immediatamente precede il capolinea. La corsa della sfera termina, regolarmente, alle spalle del portiere avversario. Povero Sclavi. La cosa è successa quattro volte. Quello è il demonio, pensano tutti, ma alla fine lo applaudono. Ecco, i fischi del pubblico per i propri giocatori dopo la partita devono aver lasciato un segno nella mente del portiere. E' l'ora, pensa. Ha pure un ginocchio malandato. Meazza gli passa accanto, i due si guardano, ma non si dicono nulla. Poi si abbracciano.
Tabellino


1969
Una sconfitta di transizione

Ad Amsterdam non è che attendano gli inglesi con particolare impazienza; sono ancora delusi dalla mancata qualificazione degli Orange a Mexico '70, e questa amichevole contro i campioni del mondo serve a poco, i benpensanti avevano ben pensato a suo tempo che affidare la nazionale a un tedesco (Georg Keßler, nella foto) non fosse una buona pensata. Infatti, da quando lui è in panca (cioè dal 1966), all'Olympisch l'Olanda ha giocato poche volte, e perso quasi sempre. Ha perso col Belgio, per dire, nel 1968, anche se era solo un test-match. E, prima ancora, con la Cecoslovacchia. Bisogna che se ne vada. E' troppo giovane, non ha mai allenato nemmeno una squadra di quarta divisione. E' inadeguato. Che se ne torni alla Kölner Sporthochschule, si rimetta a studiare. Intanto la partita comincia. Toh, c'è gente nuova in campo. Ha inserito uno dell'Ajax, Krol, e un altro lo farà entrare nel secondo tempo. Due esordienti, Krol e Muhren, chiaro che lo fa solo per calcolo. Toh, la partita è già finita. Come? Uno a zero per gli inglesi. Una sconfitta di transizione, perché i semi di una grande squadra erano stati gettati, e chi li ha seminati raccoglierà i frutti. Quando il tedesco se ne sarà andato.