22 dicembre

1957
L'uomo che sconfisse la nebbia

E così adesso ci basterebbe un pari a Belfast per andare in Svezia, e partecipare alla Coppa Rimet. Bella partita: vero, signor Pozzo? "Suppongo che sia stata una gran bella partita". Ma? Ah certo, il nebbione. "Il trionfo dell'approssimativo, del vago, dell'incerto, di quanto si ritiene o si intuisce che sia successo". I portoghesi non si sono lamentati, non hanno chiesto la sospensione dell'incontro? "Bisogna dare atto agli ospiti di questa loro correttezza: la misura che potevano tentare di fare adottare, per evitare la sanzione ufficiale di una sconfitta, non l'hanno reclamata mai". Ingenui! Insomma, un match che nessuno ha visto. Siamo sicuri di aver vinto tre a zero? "Forse, i soli che hanno assistito per intero, o quasi, allo svolgimento della partita, sono stati i calciatori, il cui gioco, per distinguere cosa da cosa, non aveva bisogno che di superare l'ostacolo rappresentato dalla nebbia nel suo senso orizzontale, mentre per gli spettatori, oltre alla maggior distanza dal campo di gioco, lo sbarramento della nebbia stessa era orizzontale e diagonale dall'alto in basso, nello stesso tempo". Ah! Insomma, non c'è niente da dire. "Su un fatto solo, ci sentiamo di giurare: ed è sul grande e utile lavoro eseguito da Gratton, il quale, oltre ad aver segnato le prime due reti della giornata, si è visto, più di ogni altro uomo in campo, entrare e uscire nelle e dalle zone di oscurità, sempre in corsa, spesso con la palla al piede, nell'atteggiamento della persona che avesse trovato la soluzione al problema del moto perpetuo. L'opera di questo nostro attaccante arretrato ha sfondato, ha vinto la nebbia".
Cineteca
Tratto da Michele Ansani, Lenta può essere l'orbita della sfera