23 ottobre

1968
Parecchi e svariati punti e palloni

In terra britannica - anzi gallese - l'Italia inizia il cammino verso il mondiale messicano, e a Ninian Park sono molti i connazionali che cantano l'inno di quella che è la nazione, al momento, regina d'Europa, e il ricordo dell'incoronazione è ancora fresco nella mente di tutti. Naturalmente è una battaglia. Difesa e contropiede, gli azzurri giocano così. Verso la fine del primo tempo ricavano un gollettino (Gigi Riva, ça va sans dire: nella foto, ha appena fiondato il pallone decisivo) e poi pensano soprattutto a presidiare l'area. Perché alla ripresa (racconta Monsù Poss) "i gallesi si precipitarono tutti quanti insieme sulla palla e la loro offensiva fu veramente lunga e pericolosa. Parecchi e svariati palloni sfiorarono i montanti e la traversa della porta italiana. La prima linea nostra, che aveva subito la modificazione in seguito alla rinuncia di Anastasi e all'entrata in campo di Mazzola, non ebbe più se non qualche istante di vita in occasione di qualche contrattacco, ma fu egualmente pericolosa. Parecchi e svariati palloni giunsero a minacciare Zoff e ci volle del bello e del buono perché il fischio finale dell'arbitro portoghese echeggiasse in segno della vittoria degli italiani". Il fischio dunque echeggia, e si torna con parecchi e svariati punti preziosi dall'insidiosa trasferta. 
Cineteca

1974
Gli scherzi dell'urna

Detentori delle due coppe più importanti, Bayern e Magdeburgo avrebbero dovuto sfidarsi per la Supercoppa europea, competizione giovanissima (una sola edizione già archiviata): volentieri, dicono i tedeschi occidentali, pensando alle royalties ma anche (forse) al risultato; niente da fare, abbozzano quelli dell'est, gente con la quale era difficile avere a che fare. L'Uefa se la lega al dito e si vendica quando nell'urna deve mescolare i nomi le squadre qualificate agli ottavi di Coppa dei campioni. E, guarda caso, escono accoppiati proprio il Bayern e il Magdeburgo. Davvero, sarà stato solamente un caso. L'andata, a Monaco, è la prosecuzione del match di Coppa del mondo che si era giocato ad Amburgo nel giugno precedente. Il tempo di mettere la palla al centro, e gli orientali sono già avanti: cross di Hofmann (c'era, ad Amburgo), deviazione di un bavarese, Maier beffato. Sta per finire il primo tempo, e Sparwasser (anche lui, come ben si sa, c'era ad Amburgo) raddoppia: controllo favoloso nel cuore dell'area e palla all'incrocio. Nella ripresa si scatena, furibonda, la reazione dei campioni d'Europa e del mondo. Naturalmente, sul tabellino, non può mancare il nome di Gerd Müller, che infatti si registra due volte. Un autogol al tramonto della partita del giovane Detlef Enge mette il Bayern nelle condizioni di sperare di poterla sfangare al di là del muro, in terra sassone, in capo a due settimane.
Cineteca