5 settembre

1934
Il sabato è più attraente della domenica

D'accordo, sarà forse perché manca Angelo Schiavio, la stella dei petroniani, ma a Vienna sono ottimisti. Capita sempre, quando una loro squadra - nazionale o no - deve affrontare un'italiana. C'è in palio la Mitropa, si gioca la gara d'andata. Al Praterstadion. "Che l'Admira debba vincere lo dice naturalmente l'allenatore dei campioni viennesi, lo ripetono i giornali, fa eco il pubblico e, in sordina, lo ritengono possibilissimo gli stessi giocatori. Noi, a dire il vero, volendo azzardare un pronostico, in base a quanto ci fu dato vedere domenica scorsa durante la partita fra l'Admira e il S. C. Wien, siamo pronti a riconoscere che l'attuale spettacoloso grado di forma dei nostri avversari impegnerà senza alcun dubbio fortemente la squadra italiana. Ma, d'altro canto, non possiamo condividere la persuasione diffusa a Vienna che a casa il Bologna debba ritornare malconcio" (La Stampa, il corrispondente si firma con le sole iniziali). Giusto. In ogni caso, "lasciamoli esultare. Il sabato, dice un vecchio adagio, è, di solito, più attraente della domenica". Giusto. Gli italiani vendono carissima la pelle, perdono la partita per puro caso dopo averla condotta perché subiscono tre gol in cinque minuti, ma c'è la rivincita in programma tra pochi giorni,  da giocare a Bologna. "Tranquillizzava nondimeno la ferma speranza, che a Bologna i nostri ragazzi, resi anche edotti dall'esperienza dì Vienna, eviteranno le distrazioni funeste e saranno, speriamolo, presi meno in uggia dalla fortuna". E così sarà.
Cineteca



1970
Peerless Pennington

Che triste giornata, per i fans dei Baggies. Se n'è andato uno dei loro, uno di qui. A Kidderminster, quaranta minuti di macchina da Hawthorns. Jesse Pennington, il grande Jesse.
Sono storie di un secolo fa, o quasi. Era il terzino sinistro di quella grande squadra, il WBA, era cresciuto nel club, era nato proprio a West Bromwich. Solo una volta, qui, hanno alzato il piatto della First Division, accadde nella primavera del 1920. Lasciarono le altre dietro di una montagna di punti. Lui, Jesse, era il capitano.
Eccolo lì, sempre con quella maglia addosso, per vent'anni, e peccato per tutte le partite che a causa della guerra non furono giocate, avrebbe stabilito record impossibili da battere.
Fu lui a incastrare quel criminale di Pascoe Bioletti, sì quello che comprava e vendeva partite. Cinque sterline a testa per i ragazzi, a patto di non vincere contro l'Everton, avevano stabilito, era la fine di novembre del 1913.
Finì uno a uno, e dopo la partita Jesse andò da Bioletti. A riscuotere il grano? No, a presentargli qualche simpatico poliziotto. Già: questo era Jesse 'Peerless' Pennington. Impareggiabile.

[Tratto da Michele Ansani, Lenta può essere l'orbita della sfera]