23 settembre

1956
I magiari consacrano lo stadio di Lenin

Il corrispondente dell'Unità da Mosca è laconico. "Mosca, 22.  Grandi accoglienze sono state riservate ai calciatori magiari che domani si misureranno con la nazionale calcistica dell'URSS per un incontro che vale per la supremazia europea. Le due squadre sono reduci da significativi successi. I sovietici hanno battuto i tedeschi campioni del mondo mentre i magiari hanno espugnato il campo degli jugoslavi". Seguono le probabili formazioni. Ma: un momento! Supremazia europea? Bisogna metter conto che i rossi hanno giocato quattordici incontri internazionali nella loro storia, e che un anno fa hanno persino pareggiato in casa coi francesi. E' vero che con l'Aranycsapat hanno finora, ufficialmente, strappato due grandi pareggi: ma quelli non facevano sul serio, si sa. Un confronto è storicamente improponibile. Oggi dunque si gioca nello stadio intitolato a Lenin, anzi, lo si inaugura (foto, ma di repertorio), ci saranno almeno centomila spettatori, e probabilmente vincerà l'Ungheria. Anzi, sicuramente. Per vendicarsi, tra qualche mese, Chruščëv manderà i carri armati a Budapest.
Cineteca



1978
Il brontolone di Crocefieschi

Per l'undici di Bearzot è in cartellone una sgambata a Firenze contro i turchi, dopo l'estate del mondiale. Certo, è una buona occasione per prendere le misure a qualche pedatore di seconda fascia - di quelli che la critica vorrebbe sempre titolari. Così, nel secondo tempo, il Vécio dà un'opportunità a Walter Novellino e a Roberto Pruzzo. Beh, il povero Walter ha davanti due totem (Causio e Claudio Sala); Pruzzo invece è un bomber assai promettente, appena passato dal Genoa alla Roma. Per Novellino e la nazionale amarsi e lasciarsi è stato un tutt'uno; Pruzzo avrà altre occasioni, ma non riuscirà mai ad esplodere. Il suo orizzonte è e resterà quello del campionato; è e resterà un ottimo centravanti, tra i migliori della Serie A. "Per risaltare meglio nel ruolo, avrei bisogno d'un Rivera. E di Rivera non ne esistono più. Io nel Genoa ho giocato alcune partite con l'ultimo Corso e mi sentivo già in paradiso. Peccato che non ho potuto mai giocare con Rivera. Ecco: nella Roma, se fosse possibile un altro straniero, ci vedrei bene esclusivamente Maradona», disse nel 1981. E come no.
Storie di calcio (1981) | La partita: tabellino - highlights