21 settembre

1977
Goleade nordiche

Sulla pagina sportiva del Corsera compare - con risalto minimo - la seguente notizia. "Oslo. Una piccola squadra norvegese di settima divisione, il Forward di Oslo, ha stabilito il nuovo record nazionale (e forse mondiale) di gol segnati in una sola partita. Ha infatti battuto il Regent per 42 a 0, realizzando in pratica un gol ogni due minuti e qualche secondo di gioco". Beh, può capitare: che c'è di strano? "Il Forward per passare in sesta divisione doveva vincere quest'ultimo incontro con 34 reti di scarto, in quanto un'altra piccola formazione, il Soerli, aveva i suoi stessi punti ma una migliore differenza-gol". Ah, ecco perché hanno infierito. Non ha senso nutrire sospetti. Le motivazioni, nello sport e nella vita, sono tutto. O quasi.


1983
England's shame

Così avevano commentato i tabloid inglesi lo spettacolare pareggio (due a due) ottenuto dall'undici albionico a Copenaghen il 22 settembre 1982. E' trascorso un anno, ed ecco ora i danesi scalpitare sul prato di Wembley. Bobby Robson ha già messo le mani avanti: i suoi devono affrontare "a formidable team, one of the best I have seen for 10 to 15 years". Addirittura? Come che sia, l'Empire Stadium è affollato, e dev'essere una soddisfazione particolare per Sepp Piontek e Allan Simonsen tornare a casa con una vittoria facile facile, dopo una partita dominata, anche se nel tabellino rimane un solo gol, oltretutto su calcio di rigore (foto). Il match è cruciale, e sostanzialmente stabilisce che, agli europei di Francia, i maestri non si potranno presentare. Danish Dynamite. Non aveva torto, il povero Robson.

1988
L'ultimo gettone di Oleh

C'è davvero poca gente al Rheinstadion. La delusione per l'esito del campionato d'Europa è ancora forte, e il remake di un'antica finale che i tedeschi avevano vinto (nel 1972) contro i sovietici non attrae il grande pubblico. Una partita senza significato, non fosse che i rossi - ancora tenuti per mano da Lobanovski - fanno esordire l'ennesimo pedatore della Dinamo Kiev, Sergej Sergeevič Šmatovalenko, un difensore che sa far tutto, e che di ciò dà dimostrazione festeggiando il battesimo con un autogol (quello che decide la partita). Per uno che inizia, però, c'è anche uno che finisce. Si tratta di una leggenda trentaseienne, quello che fu l'homo novus del calcio sovietico nei primi anni settanta: Oleh Blochin. Già. Il vecchio Oleh non ne vuol sapere di smettere, ha lasciato la Dinamo ed è andato a giocare in Austria, nello Sportklub Vorwärts di Steyr. Si diverte ancora. Oggi però è davvero l'addio, centododici partite per la CCCP. Un campione.