14 settembre

1972
Una serata al Pireo con Gigi Riva

Non è ancora iniziata la Serie A, e già la carovana delle coppe europee si è messa in cammino. Al Cagliari, dopo gli anni del filosofo, è arrivato Mondino Fabbri; guida una squadra non molto diversa da quella che vinse lo scudetto, ma ormai tendente al logorìo anagrafico e agonistico dei suoi uomini migliori. Si va in Grecia, al Georgios Karaiskakis del Pireo, stadio dell'Olympiakos (foto). La condizione è scadente, sicché i sardi si trovano sotto di due gol già alla fine del primo tempo, anche se le occasioni non sono mancate. L'avventura, appena iniziata, sembra già finita. Intorno all'ora di gioco tuttavia Domenghini, con una delle sue tipiche azioni 'ignoranti', con una delle ciabattate estemporanee che sgancia da venti-trenta metri quando è sull'orlo dell'inciucchimento psico-aerobico, un destro da fuori area imprendibile - non in assoluto, ma appunto perché è una sua specialità -, rende meno amara la sconfitta e possibile il passaggio del turno. Ci penserà Gigi Riva, pensano i più. Ma, nella gara di ritorno, al Sant'Elia, Rombodituono marcherà visita, i greci passeranno e così, per il Gran Lombardo, quella del Pireo rimarrà l'ultima serata di coppa di una troppo breve carriera.
Tabellino | Highlights


1977
La prima volta senza i Blancos

Svolti a suo tempo i sorteggi del primo turno, oggi si gioca. Le coppe europee prendono il via, siamo nella stagione che porta ai mondiali. La formula è quella antica, originale, la più bella in fondo: solo partite a eliminazione diretta, andata e ritorno. Niente teste di serie. Niente ranking. Squadroni che escono subito perché subito opposti ad altri squadroni. Delle italiane, quelle che andranno più lontano sono le dominatrici del momento: le torinesi. La Juventus si arrenderà solo in semifinale, di fronte al Bruges; il Torino, in Coppa Uefa, incrocerà il Bastia negli ottavi e dovrà alzare bandiera bianca. Sulle altre (Milan, Inter, Fiorentina) stendiamo un velo pietoso. Tuttavia, questa inaugurazione del circo verrà ricordata soprattutto per l'assenza di una delle sue principali attrazioni. Che circo è senza i trapezisti? O senza i domatori di animali feroci?  Non era mai successo. Dopo ventidue anni, l'Europa del calcio si mette in cammino senza il Real Madrid. Santiago Bernabéu è malato, la squadra in crisi: ha concluso l'ultima Primera División al nono posto. E' vero, oggi sembra impossibile. Tante cose del calcio di quarant'anni fa, oggi, sarebbero impossibili.