21 agosto

1955
I miracoli non si ripetono

La guerra è finita da dieci anni, ma si può ben immaginare con quale spirito l'XI sovietico (foto) attenda, al Dinamo Stadium, i campioni del mondo, per un test-match dove è improbabile si facciano complimenti e salotto. Treni speciali, stavolta, partono dalle città tedesche carichi solo di 'tifosi' della Nationalmannschaft; anche se la Germania - occorre dire - sembra malmessa. Non solo perché la stagione del football nelle repubbliche socialiste è in pieno svolgimento, mentre i tedeschi hanno appena finito le vacanze; soprattutto perché dopo il miracolo di Berna sono arrivati per loro rovesci inattesi: batoste interne (incredibile!) con la Francia e (inaudito!) con l'Italia (l'Italia dei 1950s!), sconfitte in Inghilterra (e passi) e in Belgio (orrore!). Insomma, i miracoli sono esperienze uniche, altrimenti non andrebbero considerati tali. Certo, la partita è speciale, e la proverbiale tigna teutonica si fa valere, tanto che i rossi, a venti minuti dalla fine, sono sotto di un gol (uno a due). L'arrembaggio finale dei sovietici è tuttavia impressionante: ispirati da Igor Netto portano palloni su palloni nell'area avversaria, fanno valere la superiore condizione fisica, rimontano e vincono la partita. Ben altra cosa è il football al tempo del socialismo; al tempo degli zar, tanti tanti secoli fa, risaliva l'unica sfida al pallone tra le due nazioni, fu alle olimpiadi di Stoccolma e la Germania vinse sedici a zero. Tanti secoli fa, appunto.
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