7 aprile

1963
La Juve e i suoi centroavanti 

Se n'è andato il vecchio John Charles, ma la rosa della Juve trabocca di centravanti. Nicolé, grande promessa, che però all'ombra del gallese ha dovuto imparare il mestiere dell'ala; il ‏giovanissimo Zigoni, troppo acerbo - dicono; Dario Cavallito, figlio del tizio che gestisce il bar del Filadelfia (e dunque, capirai: zero presenze); Miranda, il brasiliano, spilungone capace di grandi bordate dalla distanza e poco altro; infine, Bruno Siciliano (foto), nato a Rio ma di origini italiane e dunque ingaggiato come oriundo. In virtù del nome, contro il Catania gioca lui. Partita importante, se vogliono sperare di continuare la volata con l'Inter i bianconeri devono vincerla. Niente da fare. Restano all'asciutto, ancora una volta. "Senza ali e senza centroavanti non si segnano goals", dice l'amico inviato di 'La Stampa', e ormai gli ultimi messi a tabellino risalgono alla notte dei tempi. Sicché il Catania ne approfitta. Si difende con sette, otto uomini (nemmeno poi tanti), "un solo contropiede, uno solo, ed è venuto il goal". Beh, capita, nel calcio capita, e non di rado. Dunque l'Inter saluta la compagnia, il campionato in pratica finisce oggi. E chi ha segnato per il Catania? Ha segnato Milan. Luigi Milan, di Mirano. Proprio lui.


2000
La seconda morte

Si spegne, a Santos, Moacir Barbosa Nascimento. Era già morto da tempo, in realtà. Da quando, in un pomeriggio d'estate di Rio, non riusci a intercettare due palloni calciati verso la sua porta da Schiaffino e da Ghiggia. Non erano tiri imparabili, dicono. Il Brasile perse la coppa del mondo, e lui fu ritenuto il principale colpevole. "Guardalo, figlio mio. E' l'uomo che fece piangere tutto il Brasile", diceva una madre al supermercato vent'anni dopo il maracanaço. "Piangeva sulle mie spalle. Sino all'ultimo momento ripeteva: eravamo in undici, non posso essere considerato l'unico colpevole di quella sconfitta": questa è l'ultima testimonianza, resa da una sua amica dopo la morte.
Profilo | Necrologio (Alex Bello, The Guardian, 13 aprile 2000) | Eupallog Biblioteca


2004
Riazoraço

Nessuno avrebbe scommesso un cent sui Turcos, specie dopo che al Meazza erano stati messi sotto dal gran gioco del Milan di Carletto. Una primavera brillante e spettacolare, nella quale emergeva di partita in partita il nuovo astro rossonero: Ricardo Izecson dos Santos Leite. E invece, al Riazor accadde l'inimmaginabile. Il Deportivo si produce in un'epica remuntada, il Milan stramazza sotto l'umiliante peso di uno 0-4 che lo estromette dalla Champions League proprio nell'anno in cui era sicuramente la miglior squadra d'Europa. I galiziani non fecero strada, invece. Dall'ultima curva sbucherà, inattesa e fortunata, la sagoma di José Mourinho.



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